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Stefano D'Arrigo Horcynus Orca prima edizione
Pubblicato nel 1975, Horcynus Orca compie quarant'anni. Questa l'occasione per riscoprire, in un convegno a cura di Tarcisio Tarquini, la storia, il valore e il significato del capolavoro di Stefano D'Arrigo. Un'opera imponente che, per le immagini e le visioni sinestetiche, per la sua ricerca linguistica e la sua infinita ricchezza lessicale, e ancor più per la sua travagliata gestazione durata oltre vent'anni, divenne presto un caso editoriale e, come lo definì il critico Raffaele Manica, un monumento di dottrina letteraria
D’Arrigo e l’Orca sugli Altipiani di Arcinazzo.
C’è un paradosso nella lunga vicenda della composizione di Horcynus Orca: quello che il più grande romanzo di mare della nostra letteratura (e uno dei più grandi romanzi del Novecento europeo) è stato scritto, almeno in parte, in montagna. Precisamente ad Arcinazzo Romano, in una stanza – che c’è ancora, anche se è stata recentemente ristrutturata – dell’Hotel san Giorgio, allora di proprietà comunale ma affidato alla gestione di Memmo Passeri. Proprio a quest’ultimo si deve una pagina, del suo libro autobiografico, che ricorda la presenza del “professore”, avvertita come insolita, quasi inspiegabile. Arcinazzo, località nota di villeggiatura e location di film di successo (persino uno dei più grandi kolossal della storia del cinema, Ben Hur, venne in molte sue scene girato tra queste montagne) è da sempre abituata alle celebrità, ma D’Arrigo suscitava curiosità proprio per la singolarità del suo lavoro e delle sue abitudini. Ancora oggi, si ricorda la sua cortese ritrosia, Memmo racconta anche (ma qui è evidente un’esagerazione della memoria) che il titolo del suo grande romanzo lo scrittore lo debba alla più piccola delle sue figlie, con una specie di folgorazione, dopo averla sentita rimproverare con l’appellativo di “orca”. Un letterato locale, Renato Quattrini, dedicò una poesia al grande scrittore “un rigo al professor D’Arrigo” (datata 1966) e nella nota che ne accompagna la postuma pubblicazione in volume viene detto che D’Arrigo “convalescente da un esaurimento nervoso, soggiornò all’Hotel San Giorgio per un anno intero, nel 1965”. Non fu evidentemente l’unico suo soggiorno ad Arcinazzo se Niccolò Gallo, il grande editor della Mondadori che seguiva la travagliata gestazione di Horcynus Orca, in data 4 agosto 1968 scriveva a Sergio Polillo, direttore editoriale della casa editrice milanese, di aver visitato solo pochi giorni prima lo scrittore nel paese laziale, dove era intento alla correzione delle bozze del romanzo.
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