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L’organo Bonifazi (1634) della collegiata di S. Maria Assunta in Trevi nel Lazio
di luca salvadori
L’organo fu voluto da Giovanni Paolo Ciglia, mecenate locale. L’atto pubblico di costruzione fu fatto a Trevi, presso l’apotheca aromataria di Olivante Cecconi, testi i signori Curzio Cipri, tuscolano aromatario e Antonio, figlio di Claudio Stermini di Vico nel Lazio. È in data 12 luglio 1633; la somma pattuita fu di 400 scudi. Ecco un estratto dell’atto:
 
Il castello di mezzo sia largo palmi cinque et alto palmi quattordici e mezzo col piede, et li due castelli de’ lati, tre palmi l’uno largo, et alto otto e mezzo con canne di stagno fino ben netto e purificato. La mostra di numero trentuno cioè nove grosse al castello di mezzo, et undici a ciascheduno delli altri due castelli con le tre canne di mezzo avvitate o ritorte in modo che la più lunga canna del castello di mezzo sia di altezza palmi 14 e mezzo, et l’altre conforme l’ordine che si rcerca e tutte l’altre canne siano di piombo. Item che detto organo sia di dieci registri, cioè il primo Principale di stagno sino al numero 31 et l’altre canne sino al num. 45 siano di piombo. Il secondo Principale di piombo cominci a undici, cioè Dsolre da seguitare sino al num. 45 et da undici a basso, cioè le dieci canne più grosse, segui il primo principale. L’Ottava di piombo num. 45, la quintadecima di piombo num. 45, la decimanona di piombo num. 45, la vigesimaseconda di piombo num. 45, la vigesimasesta di piombo num. 45, la vigesimanona di piombo num. 45, li flauti in quintadecima di piombo num. 45, li flauti in decimanona di piombo num. 45. Il bancone di noce con la cassa di albuccio, la reductione di ferro. La tastatura di bosso, il crivello di legno, tre mantaci di stecche, il Rosignolo e Tremolo. Item nove Contrabbassi di castagna attappati che facciano la voce dell’ottava bassa, nove pedali di albuccio et il banconcino di noce et li contrabbassi con li condotti di piombo, condotti di albuccio, li tre boccagli di noce, et li mantici…
Organo Bonifazi, Trevi nel Lazio

Le decorazioni lignee della cassa furono richieste ai maestri Andrea Cauretto di Paliano e Michelangelo Nardi di Trevi. Dopo un anno di lavoro l’organo fu collaudato dai maestri Giulio Regio di Subiaco e Filippo Minolli di Atina: «asserentes dictum organum pulsasse singulatim et per singulum registrum singulasque cannas».

 

L’atto conclusivo fu redatto il 30 luglio 1634, in cui i rappresentanti della comunità dichiarano di ricevere l’organo: «positum et fabricatum in Ecclesia S. Marine de Trebis, super ianuam confectum per manus dicti Ennii, sonabile et in omni parte perfectum».

 

Nel volume “Trevi nel Lazio. Storia Arte Tradizioni” di Dante Zinanni è descritto lo stato dell’organo prima dell’ultimo restauro ad opera del Piccinelli:

 

L’organo della collegiata S. Maria è costruito a sistema meccanico con tastiera di 45 note, pedaliera in sesta di 9 note e dispone dei seguenti registri:

 

flauto 4' - decimaquinta

tromba bassi - decimanona

clarino soprani - vigesimaseconda

principale 8’ - vigesimasesta

voce umana - vigesimanona

ottava 4’ - tiratutti

 

Le canne di prospetto sono divise in tre gruppi rispettivamente di canne 11, 9, 11.

Il registro Tromba bassi e il registro Clarino soprani sembrano essere stati collocati in un secondo tempo, dato che nel somiere v’è il trasporto e le tube di detti registri sono in parte costruite in zinco; inoltre sono collocate tra i flauti e il ripieno. Si deduce che in origine vi fosse il registro flauto in dodicesima.

L’organo ha subìto vari restauri nell’ultimo cinquantennio. Dopo quello operato sotto l’arciprete don Gianni Curcio nel 1947 dai Fratelli Spadaro [sic] di Affile, i quali per lire 65 mila loripulirono e l’accordarono, si rese inservibile e restò per circa un decennio inutilizzato. Nel 1968 fu riattivato dal maestro organaro Leandro Buccolini di Roma, il cui restauro, se fu tecnicamente imperfetto, permise la riutilizzazione dello strumento, con decoro delle sacre funzioni. Grazie all’attenzione della dott.ssa Luisa Cervelli della Soprintendenza alle Gallerie, abbiamo potuto programmare una pratica per il restauro dell’organo nella sua struttura originale, che sarà effettuato a totale carico dello stato.

I lavori prevedono lo smontaggio di tutte le canne del somiere, la messa a punto del telaio della tastiera, e nuova copertura con legno di bosso. Inoltre la ripulitura del somiere maestro e del somiere del pedale con la messa a punto dei ventilabri, delle molle, dei tiranti e delle liste di comando dei registri.

Sarà ripulita l’incatenacciatura, sostituiti i fili di ferro zincato dei collegamenti con barrette di ottone e rinnovate quelle parti che risulteranno avariate.

Se possibile il comando del registro Voce Umana sarà avvicinato a quello del registro Principale. Per rendere allo strumento le caratteristiche originali sarà rimesso il registro Flauto in XII, registro bassi e soprani. 

Per l’esecuzione dei lavori, compresa la fornitura del registro Flauto in XII, in sostituzione dei registri Tromba bassi e Clarino soprani, è richiesta la somma di oltre due milioni.

Risultano, come già detto, almeno altri due interventi nel secolo scorso:

 

1947 – pulitura ed accordatura ad opera degli Spadari di Affile (eredi dei Catarinozzi)

 

1968 – pulitura, accordatura, installazione dell’ elettroventola ad opera di Leandro Buccolini di Roma

 

1976 – intervento di restauro, con sostituzione di registri e modifica dell'intonazione, ditta Piccinelli di Bergamo

 

L'organo nel 2008, grazie ad un accurato restauro storico-filogico ad opera della bottega organaria Augusto Bevilacqua e figli di Torre dei Nolfi (AQ), è tornato alla sua fisionomia originaria.

 

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Com’è noto Ennio Bonifazi è stato tra i più importanti organari attivi a Roma nei primi anni del Seicento. In quegli anni era giunto a Roma Girolamo Frescobaldi, dal 1608 organista in S. Pietro, dove lavorava l’organaro spoletino Armodio Maccioni, maestro del Bonifazi e dove lo stesso Bonifazi fu chiamato a realizzare diversi strumenti: nel 1626 un organo per la cappella del coro, forse nel 1628 quello della Cappella Gregoriana e nel 1636 uno strumento portatile. Riguardo all’organo della cappella Gregoriana ecco cosa dice Renato Lunelli: «Non si conosce il nome del maestro che eseguì tali lavori, ma non ci pare possibile mettere in dubbio che sia stato lo stesso Bonifazi, che aveva appena finito di sistemare l’organo del Coro. Il Frescobaldi poté sicuramente sorvegliare la costruzione e inaugurare lo strumento rimodernato prima della sua partenza per Firenze, che avvenne il 1° dicembre 1628». E’ quindi lecito ipotizzare un collegamento fra i due, collegamento che rende gli strumenti superstiti del Bonifazi tanto più preziosi, perché consentono di avvicinarci al mondo sonoro del genio ferrarese.

Organo Bonifazi, Trevi nel Lazio
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